Birrificio BORDERLINE BREWERY: “Birra fuori stile”

Un tiro di schioppo da casa e lavoro. Devo andare. Inizio a cercare informazioni per non presentarmi da sprovveduto ma non trovo nulla che possa aiutarmi per cui la curiosità mista ad un pò di apprensione aumentano. Il sito web è “under construction“. Contribuendo ad aumentare il velato alone di mistero mi rimanda alla pagina Facebook. Finalmente si materializzano alcuni volti ma il contatore delle notizie è fermo a zero. Non mi resta che “interpretare” foto e grafica per farmi un’idea. Per fortuna nel frattempo Marco Simoni risponde con cortesia al mio invito di intervistarli. Fissiamo un appuntamento. Definendo telefonicamente i dettagli mi spiega dove sono ubicati. Immagino il tragitto fino ad arrivare alla conclusione che lì non li ho mai visti. Eppure vi assicuro che ci sono. Basta volerli trovare. Così il veneziano (lui), invitandomi ad entrare mi mette subito a mio agio. Inizia a raccontare mentre io, siciliano,  tento di prendere appunti cercando a fatica di stare dietro al fiume in piena di parole. Un appassionato modo di raccontarsi che questo mio scritto non è assolutamente all’altezza di render l’idea in maniera efficace. Dovete andare a conoscerli di persona.

Intanto proverò a trasmettervi il trasporto di emozioni, profumi, colori, sapori che Marco è riuscito ad infondermi con il suo narrare.

Ho trovato poche informazioni su di voi. Il sito web è “under construtcion”. A quando il taglio del nastro ? Avevamo pensato di realizzare un sito per farci conoscere. Ma al momento abbiamo optato per interfacciarci con il mondo esterno tramite la nostra pagina Facebook. Essenziale, diretta. Anche perchè andiamo un pò controtendenza. Preferiamo la sostanza all’apparenza. Visto che negli ultimi due anni abbiamo prodotto sessanta tipi di birre diverse (non la solita linea base “rossa”, “bionda”, “scura”) tenere aggiornata una pagina web ci risulta più dispendioso che non farlo tramite l’app di Zuckerberg.

Marco, quale è l’origine di questo birrificio “veneto-friulano”? Il birrificio nasce quasi per caso. Non c’era un progetto mirato per aprire qualcosa ma gli eventi della vita hanno fatto si che nel 2013 io e Pavel Vigneronne (veneziano), incontrassimo i friulani Giovanni Gregorat ed Eros Mattaloni. Pavel (l’anima commerciale) gestisce da anni un pub a Marghera dilettandosi ad organizzare eventi. Io (amministratore) oltre ad essere un suo grande amico sono anche suo cliente. Al primo di questi festival di birre artiginali da Pub (da 20 a 30 le spine collegate nel week end), arrivarono Eros e Giovanni (i Mastri birrai). Faccemmo la loro conoscenza e l’anno successivo si ripresentarono con una creazione di Giovanni (una IPA luppolata “Summer Otium”). Io e Pavel l’assaggiammo entusiasti. Fu un attimo. Spontaneamente ognuno di noi disse la sua. Si giocò a carte scoperte. Il progetto iniziò a prendere forma. Nel 2014 costituimmo la Srl iniziando come Beer firm. A Novembre dello stesso anno scegliemmo di comune accordo la sede qui a Buttrio dove trovammo a nostra disposizione questa struttura, in cui oggi c’è il mgazzino, la linea di produzione, la cantina, un ufficio. Lo stretto indispensabile per iniziare. Ad Aprile del 2015 entrammo in possesso del nostro codice accisa. I Mastri birrai si misero all’opera. Fu così che nel primo anno di produzione nacquero 30 tipologie. Per sugellare l’evento realizzammo queste magliette in cui le elenchiamo. La prima fu una A.KOLSCH (tradizionalmente prodotta a Colonia e nella regione limitrofa. È uno stile di birra tedesca ad alta fermentazione. Dorata ha un sapore leggermente fruttato e debolmente amaro. In Germania si dice che è «l’unica lingua che si parla e si beve» in quanto anche il dialetto di Colonia, in tedesco, è detto Kölsch). La trentesima, la SONOMA DOUBLE IPA (Sonoma è la contea di sud ovest della famosa regione Wine Country della California. Possiede 13 American Viticultural Area e più di 250 aziende di viticultura. Nel 2002, la Sonoma County raggiunse il trentaduesimo posto come contea per la maggior produzione agricola degli Stati Uniti. Già nel 1920 era all’ottavo posto come produzione agricola tra le contee americane per la produzione di luppolo grazie alla vasta rete di irrigazione dei campi)..

Parliamo un pò del nome “Borderline – birre fuori stile “. Come è nato questo slogan ? La birra artigianale è sotto i riflettori. La moderna e molto spesso troppo spinta interpretazione della birra sta snaturando questa bevanda. E’ una delle più antiche prodotte dall’uomo, risalente almeno al V millennio a.C. di cui rimane traccia su fonti scritte dell’Antico Egitto e della Mesopotamia. La parola italiana birra deriva dal tedesco Bier, un prestito del XVI secolo. E’ stata una delle bevande più diffuse durante il Medioevo: veniva consumata giornalmente da tutte le classi sociali nei paesi del nord e dell’est Europa dove la coltivazione della vite era difficoltosa o impossibile. In molte parti del mondo, a basse gradazioni alcooliche era utilizzata per purificare l’intestino. Gli ingredienti base erano (e per noi restano), l’acqua, il malto, il luppolo, il lievito. Andiamo controtendenza, non seguiamo le mode. Il BJCP non è l’oracolo. Una linea guida si, ma noi volutamente andiamo “fuori stile” e lo diciamo. Siamo appassionati. L’esperienza ce la stiamo facendo sul campo, ovviamente assaggiando, sperimentando fino a quando non abbiamo trovato il nostro stile (ma fuori stile). Oggi, sicuramente la PALE ALE è una produzione fissa.

 Marco accenna ad una pausa. Torna con una Double Dark Grodziskie dal nome “White is Black”. Due bicchieri tristemente vuoti si colorano con calma rallegrandosi vicendevolmente. La schiuma color cappuccino si compatta a protezione del prezioso nettare che in controluce presenta sfumature di ambra scura, tendente al mogano. L’aroma che si sprigiona è qualcosa si surreale. Il palato entusiasta commosso ringrazia. Si procede.

La birra che stai assaggiando, nasce in collaborazione con il birrificio polacco Browar Nepomucen. La Grodziskie è uno stile storico di birra della Polonia che è tipicamente realizzato con malto di frumento affumicato, in questo caso con legno di quercia. Ha un colore dorato chiaro, una elevata carbonatazione, un basso contenuto di alcool, livelli di amarezza da basso a moderato e un forte aroma e sentori di fumo. Noi l’abbiamo fatta a modo nostro. Scura con 6,2% ABV. Forse la prima al mondo. Da qui il nome “White is Black”. A fine 2016 avevamo già fatto una Grodziskie classica, quindi bionda. Aveva 3,1%. Poi abbiamo osato facendola scura in occasione della collaborazione con i polacchi.

Da una rapida occhiata alle etichette, alla grafica del vostro sito Facebook, al birrificio, correggimi se sbaglio, traspare modestia, praticità, umiltà, genuinità, semplicità, molta sostanza e poca apparenza. Se queste mie sensazioni sono corrette, ti chiedo: sono le caratteristiche del team e del birrificio? Si Giovanni, hai fatto centro. Noi abbiamo un approccio didattico. Ci piacciono le cose genuine senza troppi fronzoli. Guardiamo al contenuto piuttosto che al contenitore. La carta per le etichette ad esempio non è la classica lucida. Noi la preferiamo ruvida. I font semplici fanno si che la mente ritorni al passato.

Quali sono “le immancabili” nella vostra programmazione produttiva? I vostri cavalli di battaglia? Quelle che vi hanno dato più soddisfazioni e perchè? Immancabile sicuramente lo è la PALE ALE, in quanto unica produzione. Essendo in quattro, ognuno ha la sua preferita. Molte delle nostre creazioni ci hanno dato soddisfazioni, alcune per essere nate come volevamo, altre per avere vinto riconoscimenti, altre ancora per non esserci nemmeno accorti della loro permanenza a magazzino, tanto veloce è stato il consumo.

Da dove arrivano principalmente le materie prime e quali tratti accomunano le vostre birre?

I malti arrivano dall’Inghilterra e dalla Germania mentre il luppolo dagli USA ed emisfero Sud. La caratteristica delle nostre birre (tutte ad alta fermentazione) è che sono semplici, beverine, “curiose”. Seguiamo il filone inglese.

Quali sono i punti di forza e di debolezza del mercato con cui vi confrontate?

Al momento ci rivolgiamo a quello nazionale (80% fusto e 20% bottiglia) attraverso pub, ristoranti, esercizi specializzati nel settore della birra artigianale. Quando iniziammo ci sarebbe piaciuto creare una fidelizzazione dei clienti al ns. marchio/birrificio, piuttosto di venir associati ad un singolo stile.

Il realizzare tante tipologie oltre all’utilità didattica che ha per noi, vuole essere un modo per migliorare, continuare ad imparare, assaggiare, confrontare e confrontarsi, con chi  come noi ha la passione per la buona birra.

Progetti futuri? Ambizioni?  (Marco sorride) Al momento non ci sono cessioni in favore di grossi gruppi internazionali. Scherzi a parte, in un mercato che sta dimostrando un’evoluzione molto veloce (si vedano le ultime notizie di acquisizioni, partecipazioni) noi siamo orgogliosi della nostra realtà ed un passo alla volta ci piacerebbe continuare sulla nostra strada. Prima o poi inizieremo anche con la produzione a bassa fermentazione.

L’intervista volge al termine. Marco mi mostra il resto della loro azienda. Le botti  in cui affinano ed invecchiano birre in barrique. Il magazzino con le materie prime. Il frigo con i luppoli e la cantina. Ci salutiamo degustando la 30ima del loro elenco. SONOMA DOUBLE IPA.

Ed è qui che trova conferma il fatto che le birre artigianali made in Italy prodotte da questa bella realtà locale, non hanno nulla a che invidiare ai più blasonati marchi presenti al mondo. La Bordeline è su un altro pianeta.

 

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